In questi giorni si è assistito ad una rapida ascesa dei prezzi su tutta la curva sia power che gas.

 

Il driver principale è stato probabilmente il petrolio, con il Brent front month che dai 47 toccati a fine della prima settimana di Maggio è risalito agli attuali 53 $ al barile.

 

Se parte di questo rimbalzo poteva, almeno inizialmente, essere considerato come un fattore meramente tecnico, in un secondo momento a muovere il mercato sono state sicuramente le voci riguardo ad un prolungamento del cap alla produzione che i paesi appartenenti all’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries) si erano autoimposto.

 

 

I paesi aderenti all’OPEC sei mesi fa avevano infatti raggiunto un accordo per limitare la propria produzione di petrolio allo scopo di diminuire la sovrabbondanza di offerta di petrolio sul mercato e conseguentemente risollevarne i prezzi. L’accordo durava appunto sei mesi e il 25 Maggio si troveranno per ridiscuterne l’eventuale prolungamento; rumors di mercato vogliono che non solo si arrivi ad un prolungamento di altri sei mesi ma di addirittura nove mesi, cosa che ha appunto spinto al rialzo le quotazioni del petrolio.

 

A questo riguardo c’è però da dire che questo upside potrebbe avere vita breve, sia perché la diminuzione di produzione da parte dell’OPEC è stata controbilanciata da una maggiore produzione US di shale oil, che perché è difficile che l’OPEC riesca a mantenere il tetto alla produzione promesso. Storicamente infatti questo tipo di deal ha visto una scarsa compliance da parte dei singoli paesi aderenti all’OPEC e in questi mesi si è arrivati a rispettare l’accordo posponendo manutenzioni e grazie a fattori stagionali favorevoli.

 

Infine, un altro driver che può avere impattato perlomeno sulla curva power Italia più a breve termine sono i forecast delle temperature, che secondo gli ultimi aggiornamenti sono ora previste sopra la media stagionale per tutto Giugno.