Il funzionamento del sistema EU ETS-Emission Trading System
L’ EU ETS-il sistema europeo di scambio delle quote di emissione di gas ad effetto serra- è stato istituito dall’Unione Europea nel 2005 (Direttiva 2003/87/CE) per contrastare i cambiamenti climatici, con l’obiettivo principale di ridurre le emissioni inquinanti in Europa (Stati membri UE, Islanda, Liechtenstein e Norvegia).
Il meccanismo ETS si basa su un tetto massimo annuale (cap), che viene fissato alle emissioni di CO2-N2O- PFC prodotte dai soggetti vincolati (del settore industriale, della produzione di energia elettrica e termica, oltre che dell’aviazione) e sullo scambio di titoli ETS (trade) entro tale soglia, ossia sulla compravendita dei cd “diritti ad inquinare”: ogni quota di emissione ricevuta autorizza ad emettere 1 tonnellata equivalente di CO2.
La ragione per cui è stato fissato un tetto consiste nel cercare di mantenere alti i prezzi dei titoli ETS per disincentivarne la domanda e, pertanto, per indurre le imprese europee ad inquinare di meno.
Tuttavia durante la terza fase del sistema ETS (2013-2020), si è assistito ad un crollo dei prezzi dei “diritti ad inquinare”, dovuto ad un aumento dell’offerta degli stessi, che non ha stimolato gli investimenti delle industrie in tecnologie più pulite e a basso rilascio di CO2. La crisi economica globale, infatti, ha provocato un rallentamento della produzione industriale con conseguente calo delle emissioni inquinanti, il quale, a sua volta, ha comportato una sovrabbondanza di quote inutilizzate.
A fronte di tale abbassamento del valore delle quote di emissione, la Commissione Europea ha apportato una serie di modifiche alla normativa del sistema UE ETS (Direttiva 2018/410/UE) con l’obiettivo di ridurre in modo più deciso le emissioni inquinanti in Europa nella fase 4 (2021-2030), in linea con il quadro delle politiche per il clima e l’energia per il 2030 e come parte del contributo dell’UE all’accordo di Parigi del 2015.
La riforma della Fase 4 del sistema EU ETS (2021-2030)
La direttiva (2018/410/UE) modificata prevede le seguenti novità:
1- aumento del fattore di riduzione lineare al 2,2% (ossia una diminuzione annuale più netta delle quote di emissione) contro un tasso dell’1,74% a/a del periodo 2013-2020. Entro il 2030 i settori interessati dal meccanismo dovranno diminuire le proprie quote di emissione del 43% rispetto ai livelli del 2005 (-55% rispetto a quelli del 1990).
2- revisione delle modalità di assegnazione gratuita delle quote di emissioni per focalizzarsi sui settori industriali a più alto rischio di rilocalizzazione delle emissioni prodotte, a causa dei costi dei carbonio al di fuori dei confini comunitari (carbon leakage). Nello specifico, la carbon leakage è il meccanismo che esenta tali settori degli oneri del sistema di scambio della CO2 (ETS) per garantirne la competitività.
Nella fase 4 l’elenco delle aziende che continueranno a ricevere le quote a titolo gratuito al 100% è stato ridotto a circa 60 settori (da circa 180 settori nel periodo 2015-2020). Per i settori meno esposti, invece, è prevista un’assegnazione gratuita iniziale al 30% che tuttavia dovrebbe ridursi progressivamente dopo il 2026, fino ad azzerarsi nel 2030.
3- rafforzamento della riserva stabilizzatrice del mercato (MSR), un meccanismo istituito dall’UE nel 2015 per ridurre le quote di emissioni in eccesso nel mercato e per migliorare la resilienza dell’UE ETS agli shock futuri. Nel dettaglio, tra il 2019 e il 2023 il numero di quote da accantonare nella riserva raddoppierà, raggiungendo il 24% delle quote in circolazione. Dal 2023 in poi, invece, il quantitativo di quote da immettere nella riserva sarà limitato al volume d’asta dell’anno precedente (le quote al di sopra di tale limite non saranno valide).
4- Concessione di finanziamenti da parte dell’Unione Europea per supportare l’industria e il settore energetico negli investimenti richiesti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Sono previsti due nuovi fondi: il Fondo per l’innovazione e il Fondo per la modernizzazione, volti a promuovere gli investimenti nelle tecnologie innovative e a sostenere l’efficienza del settore energetico.
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